venerdì 19 ottobre 2012

L'albero delle Giuggiole


Alex aveva le persone addosso e dentro mescolate a sé senza che più sapesse dire di chi fossero certi gesti ed abitudini e se altrettanto ora loro portassero qualcosa di lei addosso.


 
Si lavava i denti sotto la doccia bollente, aveva imparato a prendersi cura delle proprie mani, sapeva cucinare il cous cous, montare una tenda dritta, sfogliare libri illustrati e gettarsi nelle ceste dei mercati.
Se sedeva in certi scorci a Milano sapeva raccontare a sé stessa stralci di vita che ora aveva lasciato andare, ma che l’avevano emozionata, l’avevano scoperta e risvegliata.
Aveva condiviso fortemente, nonostante fosse stata accusata di egoismo e insensibilità ricordava l’amore nel profondo e conservava con il bene tutte le linee che le avevano disegnato addosso.

Solo due luoghi erano rimasti segreti.
Uno di questi ora le mancava.
Voleva prendere i propri piedi e andarci, voleva annusare un po’ l’aria, stare seduta e guardarsi intorno.


Alta Marea







Era caldo, caldo che non se lo ricordava nessuno così. Caldo che le persiane, al pomeriggio venivano calate per tagliare l’afa della città, e tornavano alte la sera sulle luci e sulle strade del centro.
Caldo che tutto sembrava muoversi a rilento, che i gatti stavano nascosti negli angoli vecchi delle pietre che ancora conservavano il fresco del passato, caldo che bisognava rifugiarsi nelle grandi librerie dove tra gli scaffali e l’aria condizionata pareva si potesse respirare di nuovo.
Alex aveva promesso che avrebbe scritto e avrebbe scritto. Per V. che glielo aveva chiesto giocando, con quel muso da gatta e il sorriso sulle lunghe labbra.
Alex scriveva e cancellava, sudava e scriveva, sudava, fumava, mangiava ghiaccioli al cedro.
Se chiudeva gli occhi tutto arrivava insieme: gli odori, la penombra della notte, il sapore della saliva di lei come unico dissetante di quel lunghissimo fare l’amore. Eppure verbalizzare sembrava impossibile. Ci aveva pensato, aveva scritto più volte dentro la sua testa, separando i momenti, dividendo le immagini per focalizzare meglio, ma la sola cosa che sentiva apparirgli in bocca era la parola “onda”.
V. era un’onda, V. si muoveva lenta e avvolgeva, penetrava la pelle, entrava negli occhi, bagnava il suo corpo con il proprio chiamando a se’ la luna e tutte le stelle che alex vedeva brillare nei suoi occhi semichiusi e persi.
Senza sapere quando….non c’era stato più tempo, non c’era stato più spazio, tutto era stato fermato, sospeso. Alex stava sopra l’onda e sotto l’onda, stava dentro V. e la respirava, mentre V. sembrava avere trovato dove scoppiare in tutta la sua energia. Qualcosa di antico e viscerale era dentro il corpo e il cuore di V. e piano piano lei lo lasciava cadere dentro alex lentamente e fortemente, con la potenza di una solitudine lontana che aveva trovato dove riposare la stanchezza.
Un milione di carezze. V. e il suo corpo erano un milione di carezze che si appoggiavano una dopo l’altra nella solitudine di alex, riconoscendone l’ euguale natura.
Ed alex non poteva che accoglierla, e raccoglierla. Non poteva fare altro che farsi grande il petto piccolo e spaccare il torace per permettere a V. di entrare ed espandersi.
E nell’ombra della notte, nel lento arrivare del giorno, a volte parlava piano a quell’orecchio piccolo dentro quel andare e venire, nel turbine ritmato di quel movimento alex parlava e sognava. Sognava quello stesso momento, sognava quella vita meravigliosa che aveva perduto il tempo e lo spazio, che non aveva luogo ma che stava in tutti quei luoghi che insieme, alex e V. sognavano di visitare. Parlava a V. per dirgli un milione di cose che non aveva mai detto:

Amore amore amore timore disonore paura, voglia, potenza orgoglio respiro e ancora paura, staiconmestaiconme… stai… con.. me, fuggire tornare costruire, anima mia, amore mio amore mio, prendimi le mani, tienimi le mani, dammi le tue note, prendi i miei respiri, amore, odio vergogna, prendo la tua vita, afferra la mia stai dentro ti tengo in me, abbiamo solo noi abbiamo tutto il mondo, tutte le cose del mondo, limoni, piante dell’aria, boschi, erba sotto i piedi, libri libri parole, luci e suoni, mangiamo con le mani, lavo la tua schiena, bacio i tuoi sorrisi……..